E’ successo questo, oggi. La Befana ha lasciato la sua scopa ed è salita in canoa sul lago segreto di largo Preneste. Il comitato di quartiere e la ciclofficina Don Chisciotte avevano chiamato a raccolta i bambini delle scuole del Pigneto-Prenestino e un corteo, bambini in testa e befane al seguito, ha attraversato quel quadrante di città fino al grande cancello dell’ex Snia.
Camminando, sono stati consegnati sacchi di carbone ecologicamente virtuale a chi lo ha meritato: a chi non frena la mutazione rapida dell’isola pedonale in divertimentificio notturno cancellandone tessuto sociale e radici, a chi ha tolto giardini e giochi per i bambini (i cantieri della metro C), a chi preferisce ascoltare la potente voce dei palazzinari invece di restituire un bene di tutti. Il lago dell’ex Snia, appunto. Nato da un tentativo di speculazione – il cantiere per la costruzione di una grande centro commerciale con sette piani sotterranei di parcheggio ha bucato la falda acquifera dell’Acqua Bullicante – il lago è lì, dietro quel muro e quei cancelli, da una ventina d’anni. E intanto si è popolato: di pesci, uccelli acquatici e non, canneti, gufi, anfibi…
Quanto è bello il lago nascosto, e grande, lo hanno visto le centinaia di persone che hanno seguito la Befana fin quando una canoa è stata messa in acqua e lei ha fatto un giro trionfale del lago, vicino alla bandiera di Mompracem. Perché in gioco non c’è solo il lago, ma anche la parte pubblica dell’area, oggi chiusa. E quella privata: i resti di una antica fabbrica, che l’incuria sta rovinando, che pure, oltre ad avere un certo pregio architettonico, sono una testimonianza di un’epoca di duro lavoro, di lotte e di ribellione. Che scompaia in favore di uno dei tanti centri commerciali che costellano le periferie italiane è davvero un peccato.
Fonte: L’Unità Città e città
Autore: Ella Baffoni